domenica 18 gennaio 2009

IL TRIONFO DELL'ESTETICA



"DIRETTA AL PANDORO"







Che cos'è una bella via?
Chissà,sicuramente è molto soggettiva la risposta a questa domanda...
Per me è l'eleganza di una linea,il sogno,la creatività dell'occhio dell'alpinista quando guarda una parete.

Molte volte però è la parete stessa che offre "la sua linea";per logicità ed estetica,è questo il caso della "diretta al Pandoro":Un 'montaròzzo' di circa 150 metri,con il suo diedro dritto e verticale al centro,che ad essere osservato non offre altra possibilità ad un alpinista se non sognàrne la salita.

Ci passài la prima volta con Cristiano nel Dicembre 2005,(da secondo) e fu un'esperienza notevole.
Lui mi ha proposto di tornarci,cosi il 5 Gennaio eravamo lì...
Questa volta però volevo salirlo io,(almeno i tiri duri) ed un'altro sogno è stato realizzato.




Scrutiàmo le condizioni col binocolo dal piazzale di Campitello Matese



Ci avviciniàmo



Ci tocca scavare una trincèa per preparàrci,la neve fresca è tantìssima



Da sotto la via "incombe"



Si va...



Attacco il primo tiro,il ghiaccio non è ottimo ma discreto.
Le difficoltà maggiori come al solito su questo terreno sono nel protèggersi;o meglio,nel credere nelle protezioni che si mettono,nell'autoconvìncersi che terrèbbero un volo.



Paradossalmènte ancora più terrificanti i tratti meno ripidi:cengia=farina.
Per fortuna questo è l'unico "ripiano" della via.



Ultimo salto prima della sosta



Cristiano parte



E arriva in sosta;(2 chiodi da ghiaccio entrati a metà con cordini strozzati + le mie picche),il tutto collegato:Non sembra male,io comunque non mi appendo.



Il mio compare parte sul secondo tiro,più facile ma comunque non banale.
Qui il diedro si fa perfetto,l'eleganza della linea scorre sotto i nostri ramponi e le nostre picche.



Qualche scatto dalla S1



Il mio compagno impiega un tempo infinito per allestire una buona sosta,io dopo essermi congelàto per bene mani e piedi parto e arrivo alla S2



Ora viene il bello:il passo chiave è appena sopra la sosta,un piccolo sgrottamènto con ghiaccio sporgente.
La terza e ultima lunghezza mi sorprende per la sua continuità,45 metri mai sotto gli 80°,con passi a 90,scarse possibilità di proteggersi e il miraggio continuo "che sta per appoggiàrsi".
Dopo aver pulito un bel pò piazzo subito un chiodo,poco dopo un chiodo da ghiaccio,e il viaggio inizia.
L'arrampicata è entusiasmante e sostenuta,quasi sempre in spaccata nel diedro,(che rende obbligatorio guardare la corda penzolàre nel vuoto tra le gambe).

E' il trionfo dell'estètica.

Sono costretto più volte a spostarmi a destra e sinistra seguendo il ghiaccio migliore,viste le pendenze.
L'ultimo tratto è abbastanza delicato su neve inconsistente.
Per fortuna la corda finisce quando sono quasi uscito,tiro come un dannàto per arrivare a fare sosta sull'unico masso sporgente in vetta.



Cristiano mi perde di vista e attende il mio comando per partire



Dopo un pò esce anche lui,siamo contenti.

Soprattutto io che fino a qualche anno fa non avrei mai creduto di essere in grado di scalare da primo la diretta.



Si scende



Riguardàndo il Pandoro ormai in ombra non mi capàcito di essere salito lì in mezzo,eppure...





Questa la linea e le soste:

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