sabato 20 settembre 2008

29/8/2008 Pizzo Del Diavolo (monti Sibillini)


DIRETTA AL COLLETTO-SPIGOLO BAFILE








L'ultima volta che incontrai Fernando al "fosso dell'eremo" mi parlò del Pizzo Del Diavolo,e della voglia del suo amico Marcello di ripetere lo "spigolo Bafile".

Storica via Aperta da Andrea Bafile,Domenico D'Armi e Angelo Maurizi nel 1947,risale questo sperone quasi 'Dolomitico' per il suo spigolo Nord-Est.

Le mie visite ai Sibillini sono state poche e sporadiche,vidi per la prima volta queste montagne in occasione di una traversata organizzata dal CAI di Guardiagrele,da Forca di Presta a Forca Viola.

Rimasi affascinato dalla loro bellezza e soprattutto dai laghi di Pilato,posti in incantevole posizione e circondati dai monti;allora non arrampicavo e il pizzo del Diavolo non destò in me alcun interesse.

La seconda volta fu in inverno,per una salita con gli sci al monte Argentella,di quella giornata ricordo la splendida e abbondande polvere caduta per tutta la notte prima...

La terza e ultima fu nel dicembre 2006,quando con il mio amico Cristiano salimmo una via sulla nord di Cima del Lago.

Insomma,non mi dispiaceva affatto tornare in quei luoghi,così affascinanti,carichi di miti e leggende...

Proposi a Fernando e Marcello di salire da Foce,visto che non ho mai percorso questa valle,ma loro mi distolgono e convincono a salire da Forca di Presta,visto che hanno anche le chiavi del Zilioli,grazie al CAI di Perugia.

Così partiamo carichi come somari per una notte in rifugio e il materiale per scalare...

Scelgo di salire la "diretta al colletto" per arrivare alla base dello spigolo.

Ne risulterà una bella "trottata" di 450 m,su difficoltà molto contenute (3° e 4°) ma mai banale,per l'esposizione ma soprattutto per la qualità della roccia:a volte davvero orrenda.

Insomma,una classica d'altri tempi che certo non attira l'arrampicatore moderno,ma che permette di godersi un ambiente fantastico,nel nostro caso in totale solitudine.(a parte gli escursionisti).

Un grazie infinito a Fernando e Marcello,senza i quali non sarei mai andato a "sbattere" sul Pizzo del Diavolo;e al contrario di quello che pensano,il merito è soprattutto loro.





Seguono le impressioni di Fernando:

(Le metto così come lui me le ha mandate,viva la spontaneità!)


Una via che sulla carta si presentava facile, Marcello mi presentava spesso lo schizzo della relazione, quasi che si poteva aprire in scioltezza, almeno sulla carta.

Una volta li, tutto mi è sembrato diverso, più complicato del previsto, ho avuto paura solo ad avvicinarmi.

Il riso liofilizzato della sera precedente, condiviso con gioia con i miei due amici, non riusciva a darmi quella tranquillità necessaria per affrontare il da farsi.

La logistica del buon Marcello, con l’appoggio del rifugio zilioli, ci ha coccolato in un’atmosfera fantastica di un tramonto roseo in “alta quota”.

Chi invece stava tranquillo, era il mitico Luca, partito brillantemente concatenando subito i primi due tiri della “Diretta al colletto”, sembrava danzare sulla roccia a tratti pure rotta.

Non sembrava patire nemmeno quelle poche fette di pane ingerite la sera prima visto l’errato calcolo nell’approvvigionamento da parte del sottoscritto, che peraltro sono avanzate fino alla mattina successiva.

Fino all’attacco dello spigolo, tutto era andato liscio, mi ero anche divertito, sciolto sul cengione erboso, mentre camminavo, contento scattavo pure delle foto.

Si parte sullo spigolo, dove si va? Marcello dice destra… Luca: “io di li non vado”, io che torno nella mia aurea cupa, pensavo che poteva bastare anche così, “quasi quasi scendo”.

Alla successiva sosta, sopra la nostra testa un passaggio di V superiore, anche brutto da vedersi, chi lo aveva messo? Che ci faceva lì?

Luca parte, se lo beve in pochi secondi, per me il baratro, sento i miei piedi nel vuoto, eppure da qualche parte li avevo messi ero sicuro, la corda si distende tutta e quando mi fermo vedo lividi e gonfiori sulla mia gamba sinistra.

Da li e nei successivi 30 minuti inizia una lunga mia sceneggiata che ha impegnato non poco Luca da sopra e Marcello al mio fianco, in un lavoro psicologico di ripristino mentale per terminare la via.

Avevo esagerato lo so, ma tutto poi mi sembrava “burroso” sembrava che i miei piedi non trovavano più niente di sicuro, avanzavo con incertezza e insicurezza.

Luca continuava ad andare con scioltezza e sicurezza, “si cammina” mi diceva, mi aveva assicurato che mi portava fuori da lì.

Non ero più a mio agio, riuscivo ad andare, passo dopo passo riprendevo fiducia, ma presto volevo uscire.

La calotta finale, quei 150 metri di roccia rotta, disastrata, la cordata di conserva, che Luca ha dovuto trascinare con forza vista la nostra lentezza nel progredire… poi… la vetta.

Il pianto liberatorio, stavolta di gioia nell’aver raggiunto quella piccola cima erbosa, ma tanto grande nei miei pensieri, impossibile da sotto, ma bella sopra.

Grazie Luca, che ci regali emozioni sempre nuove ed entusiasmanti (non finirò mai di dirtelo), soprattutto per avermi sopportato e supportato in questo splendido viaggio.

Marcello, che dire…. stavolta è stato AMBIENTE vero, come dici tu, grazie per la pazienza e il sostegno, ci è mancato Walter, impegnato su altri fronti, sarà dei nostri una prossima volta….. sempre che Luca non si sia stufato di noi……,

Un ciao a tutti, Fernando.



Qualche scatto:



La salita,il 28 sera...




Arrivo al Zilioli.



Alba e partenza...




La splendida grotta-bivacco alla base del Gran Gendarme.



All'attacco...



Cengia e trasferimento alla base dello spigolo.



Sullo spigolo:traverso...



Il panorama si apre,ce la godiamo alla grande...(io e Marcello..)



La 'friabile' (per usare un eufemismo) calotta sommitale...



Vetta.

lunedì 1 settembre 2008

20-7- 2008:Spalle del corno piccolo: (nord della seconda) via delle due generazioni,(sud della prima) Mario-Di Filippo

Venerdì sera,dopo una lunga settimana di lavoro e qualche tiro al simpatico masso di Vena dell'Aschiero montiamo la tenda...






Ci svegliamo all'alba,è una splendida giornata.



Arriviamo alla base e Marco attacca la Via delle due generazioni,sulla Nord della seconda Spalla del Corno Piccolo.



La roccia qui è superlativa....




La via è bella e logica.
Scalarla è un vero piacere.



Siamo presto in vetta alla seconda spalla.
Ci portiamo sotto la sud della prima,il tempo di mangiare qualcosa,scambiarci il comando della cordata e parto sulla Mario-Di Filippo.



La fessura è bellissima e esposta,la roccia super...

Mi chiedo come abbia fatto il grande Gigi Mario a salire nel 62,quando non c'erano dadi e friend,con un chiodo ogni 15 metri e gli scarponi...



L'arrampicata è verticale,sostenuta e di grande soddisfazione.

Sul quarto tiro mi cade un camalot,(che per fortuna ho ritrovato 2 settimane dopo).
Sbuchiamo in vetta alla prima spalla,e a parte la "perdita" e andato tutto a meraviglia.

Ci rilassiamo un pò al sole prima delle doppie.




Evviva il corno Piccolo e la roccia delle spalle!

Informazioni personali