giovedì 15 maggio 2008

11/5/2008 Corno del Catria,parete Sud

"UN MERCOLEDI DA LEONI"


Al mio primo corso di Alpinismo nel 2005 con la guida Stefano Zavka,conobbi Fernando,
un ragazzo simpatico,vitale e di cuore…originario di Gubbio.
Ci legammo insieme un'unica volta al Gran Sasso durante il corso,sulla Valeria al campanile Livia e sui primi tiri della cresta sud del Corno piccolo,bei ricordi di grandi emozioni…poco prima di iniziare le doppie dal campanile Livia si scatenò il putiferio,uno di quegli scrosciòni a sorpresa di acqua e grandine che ti regala il Gran Sasso d’estate nel pomeriggio…
Tuoni lampi e fulmini…insomma un bel battesimo in montagna vissuto insieme,di quelli che non si dimenticano.
Io e Fernando ci siamo sentiti rare volte nei 3 anni successivi,poi Stefano se n’è andato.
Rimanendo sul K2.
E da allora qualche sms in più ce lo siamo scambiati…
Qualche mese fa mi disse che gli sarebbe piaciuto tanto scalare una parete,la sua “montagna di casa”.Era un bel pò che la corteggiava,ma non si sentiva pronto per affrontarla da primo.
Così mi mandò le relazioni di 2 vie del corno del Catria.(Per chi è interessato:www.cairimini.it)
Il monte Catria,presenta un bel corno di calcare,tipicamente appenninico,circondato dal verde.
Ci rivedèmmo dopo 3 anni in occasione di una mia scappatella alle gole del Furlo,altro posto magnifico,e Fernando mi parlò ancora del Corno.
Intuìi dalle foto che la roccia era compatta solo a tratti,ma il corno aveva proprio una bella forma...
Gli dissi che avremmo potuto organizzarci per provare.
Dopo due mesi ininterrotti di arrampicata in falesia avevo proprio voglia di un giretto in montagna,soprattutto su una montagna per me nuova.
Venerdi guardo la meteo e contatto Fernando:”Ci vogliamo provare domenica”?
Lui risponde:”Si dai,come viene viene..”
Ci organizziamo,e sabato pomeriggio parto per Gubbio.
Passo per le gole della Rossa,ammiro le pareti,peccato per la cava…penso che mi piacerebbe venire anche qui a fare qualche via in futuro.
Il paesaggio Umbro mi stupisce ogni volta…un incanto.
Sabato sera facciamo una mega cena con la famiglia di Fernando e prepariamo gli zaini.
Valutiamo le possibilità di avvicinamento;Lui mi dice che si potrebbe arrivare dall’alto percorrendo una sterrata in macchina,e scendendo per sentiero fino all’attacco della via.
Io avevo letto sulla relazione che c’era una bella ed esposta cresta per arrivare alla base della parete,insisto per percorrerla,arrivare dal basso è sempre più bello.
Così fissiamo la sveglia alle 5,e dopo una bella colazione alle 6 siamo già in marcia.



Lui non ha mai percorso questa cresta,quindi dobbiamo cercarci la strada,per fortuna il sentiero si vede ed è anche segnato.
Si inizia con un lungo traverso nel bosco in leggera salita,per poi abbandonare il sentiero,che prosegue per Isola Fossara e prendere la cresta.Qui si comincia a salire e poco dopo il panorama si apre…



Veramente bello,verdi boschi dominano tutt’intorno e man mano che saliamo la cresta si fa sempre più affilata.





Il corno che prima vedevamo piccolo e lontano si avvicina,tanto da poter cominciare a studiare dove passa la via.
Verso la fine della cresta ci sono 5 metri davvero da brivido per l’esposizione,si passa letteralmente a cavalcioni…c’è anche qualche spit per assicurarsi,ma siamo tranquilli,così non perdiamo tempo,superiamo veloci il filo a picco sull’abisso.



Sono le ultime difficoltà dell’avvicinamento,20 minuti dopo siamo alla base della nostra via di oggi;comincio a scrutare il primo tiro,che dovrebbe essere anche il più duro,ci sono 3 spit sui primi 7-8 metri,incoraggiante…in alto non vedo però.



Mangiamo qualcosa e mentre ci prepariamo percepisco che il mio socio è un po’ teso,gli dico di stare tranquillo,a vederlo dal basso il tiro non mi sembra così difficile.
Filiàmo le corde,ci leghiàmo,una stretta di mano e parto.
Sono circa le 8:30,questo tratto di parete è ancora in ombra,la roccia è fredda.
I primi metri sono abbastanza tecnici,ma man mano che salgo trovo un sacco di chiodi e spit,addirittura troppi,tanto che ne salto un bel po’.
Arrivo in sosta tranquillo,metto in sicura Fernando e gli grido di salire.Poco dopo sento:”parto!” e comincio a recuperare,ma quasi subito sento le corde andare in tensione e mi giungono vaghe le imprecazioni del mio compagno.
Gli dico di stare tranquillo e lui riparte.
Recupero ancora qualche metro poi le corde si tendono di nuovo.
Sento “porca miseria! Mi è caduto un rinvio!” e io di rimando:”dai che non fa niente! Pensa solo a salire!”
Dopo un buon quarto d’ora Fernando arriva in sosta abbastanza provato,io lo rincuoro dicendogli che ormai il difficile è fatto...



Da qui in poi bisognerà soprattutto stare attenti alla roccia marcia.
Ora siamo al sole,ed è tutta un'altra cosa…molto più piacevole!
Parto per il secondo tiro,che si rivelerà il più estetico.
Una crestina espostìssima,abbastanza marcia da non riuscire a piazzare nulla per i primi 15 metri…poi trovo un chiodo,e riprendo fiato…sarà 4+ al massimo 5°,ma con questa roccia e quest’esposizione la difficoltà tecnica passa in secondo piano,bisogna arrampicare facendo molta attenzione a cosa si tira e dove si mettono i piedi…qui si muove tutto.
Alla fine della cresta trovo un grande pendìo erboso da risalire,non trovo la sosta,la corda finisce e così ne attrezzo una con 2 friend e uno spuntone.



Sono sulla cèngia di metà parete dove si arriva anche a piedi,è da qui che parte la via aperta nel 1964 (Castellani-Marra-Vampa).
I primi 2 tiri invece sono stati aperti nel 2000 sempre da Castellani-Gnucci.
Fernando parte e questa volta viene su senza problemi,mentre io in sosta mi godo il sole,il vento,guardo gli uccelli planàre e le nuvole muoversi…E’ un piacere essere qui.





D’un tratto sento delle voci,guardo in basso e vedo due persone,che salgono a piedi per la cengia erbosa.
Fernando arriva e anche i due arivano.
Il mondo è veramente piccolo…uno dei due è l’apritore della via che stiamo percorrendo:Paolo Castellani.



Ci salutiamo,è contento di vederci sulla sua via.
Io gli faccio i complimenti per l’audacia avuta nel 64 di salire lì con gli scarponi da montagna e la corda legata in vita.
Gli scatto una foto,lui e il suo compagno stanno attrezzando un sentiero che gira intorno al corno.
E’ bello vedere la sua passione che brucia ancora dopo più di 40 anni… Riparto.
Il tiro è bello e non troppo difficile,anche se la roccia purtroppo è quasi come il tiro precedente.
La corda finisce di nuovo senza che trovi la sosta,questa volta una bella clessidra e un dado saranno il nostro ancoraggio.
Fernando sale sciòlto e tranquillo mentre io continuo a godermi l'ambiente…



Riparto intuendo che ci siamo quasi,infatti dopo una ventina di metri la parete si corica,ed esco nell’erba.
Faccio sosta,mi tolgo le scarpette e seduto sull’erba recupero il mio compagno.



Quando arriva e vedendomi capisce che siamo in vetta il suo volto si illumina,è felice come un bambino.
Anch’io sono contento,e mi fa molto piacere la sua gioia.
Seguono sorrisi,strette di mano e autoscatto rituale.



Poi mangiàmo qualcosa,rifacciàmo le corde e iniziamo la discesa.
Torniamo alla base della via a recuperare il rinvio caduto e giù verso la cresta.



Il passaggio esposto in discesa ci regala ancora più emozioni,io passo,Fernando sbianca alla vista del vuoto…sarà anche la stanchezza.



Sto per tirare fuori la corda per assicurarlo quando prende coraggio e comincia a gattonàre all’indietro,io lo teleguido e poco dopo siamo fuori.
Scendiamo lentamente sul filo della cresta,ammirando il panorama,finchè arriviamo al sentiero e da lì alla macchina.
Sono circa le 15,torniamo a Gubbio,sgranocchiàmo qualcosa e facciamo 2 passi per il paese:incantevole come tutta l’Umbria.

Verso le 19 riparto,in macchina ripenso alla bella giornata passata,e a come sarà quella bella crestìna d’inverno…secondo me interessante,penso che io e il Catria ci rivedrèmo.

Bel giro,bella montagna,bella via…ma prima di tutto una bella esperienza condivisa con un amico.

Dedichiamo questa umile ripetizione alla guida che ci ha fatto conoscere,sperando che ci guardi sereno dall'alto.
Ciao Stefano.

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