lunedì 22 dicembre 2008

Misto appennìnico o "grass tooling" in quel del Matese.




"Diretta al becco di gallina"



Ieri,(21/12/2008) io Cristiano e Rino siamo andati sulla Gallinola (gruppo del Matese) a ripetere e concludere una via aperta da Cristiano (Iurisci) e Nicola Carusi,iniziata nel marzo 2008 e continuata l'8 dicembre scorso.

L'ambiente è molto bello e a differenza delle classiche sul Matese non si hanno gli impianti e gli sciatori sotto,quindi ci si sente più isolati e in ambiente.

L'avvicinamento è di circa un'ora e mezza su una grande piana e non presenta grande dislivello.


A dispetto delle nostre previsioni il ghiaccio trovato da Cristiano circa 10 giorni fa non c'era più,o meglio ce n'era meno della metà...

Ed è cosi che ci si trova a fare misto appenninico,(o,come direbbe qualcuno misto terrone :-) che in questo caso è stato più "grass tooling"...

Mi sono trovato infatti ad arrampicare su ciuffi d'erba,muschio,roccia marcia e neve inconsistènte,con qualche rara apparizione di piccole chiazze di ghiaccio.

Per me che non ho troppa esperienza su questo terreno l'arrampicata è risultata abbastanza impegnativa e soprattutto molto psicologica vista la quasi impossibilità di proteggersi.

Mettere un chiodo è stata un'impresa sul primo tiro,(e infatti non ci ho riprovato) la parola d'ordine è "correre fino al prossimo riposo".


Comunque se in condizioni la via è bella e merita di essere ripetuta.

Ci sono 3 chiodi sul primo tiro,2 sul secondo e le soste (da controllare e magari integràre).

La via si sviluppa per tre tiri fino alla cima del becco,segue un pendolo (o traverso esposto) fino alla sellètta e poi un ultimo tiro in goulòtte fino in cima.

Queste le mie impressioni sulle difficoltà: (ma in presenza di ghiaccio è sicuramente molto più facile)

L1-30m,80°,4/4+

L2-40m,65° (passi a 80°),3+

L3-30m,55/60°

L4-60m (dalla sellètta) 60/65°


E questa è la linea,(la variante blu è dove credo di essere passato io)




Un (bel) pò di scatti:


Ci avviciniamo...




Ci prepariamo e constatiàmo da vicino che il ghiaccio non c'è,ma fa niente...all'attacco!



La progressiòne risulta più ingaggiòsa del previsto e per niente banale...



Arrivo in sosta e parte Rino,che con mio grande dispiacere mi chiede di farlo scendere dopo pochi metri,ha troppo freddo alle mani e non se la sente di proseguire...così lo calo,sale Cristiano e parto per la L2.



E poi la facile L3



Dalla cima del becco,il traverso esposto che conduce alla selletta dietro,dalla quale si attacca l'ultimo tiro che porta in cresta.



Sulla sella e sul tiro d'uscita il vento si fa sentire...
Vediamo la polvere che tùrbina in cresta alla luce del sole,Cristiano prende il comando e va incontro al vento...



La cima del becco vista dalla L4



In vetta riusciamo a fatica a stare in piedi e rifare le corde,come molto spesso capita sul Matese il vento è Patagonico,così,dopo qualche veloce scatto ci buttiàmo faccia a monte nel canale di discesa.






giovedì 4 dicembre 2008

3/12/2008 Peregrinàndo sul Meta






In rosso la salita e in nero la favolòsa sciàta










Finalmente si ricomincia a pestare un pò di neve,era ora!
Dopo un primo assaggio fatto a piedi con l'amico Piero sul Camarda il 30 novembre avevo proprio voglia di ri-calzare gli sci.
Di neve ne è caduta abbastanza,soprattutto sul Gran Sasso e nelle montagne a ovest dell'appennino,(peccato,molto meno sulla Majella) aspettavo una giornata "discrèta" nell'altanelànte turbine di perturbazioni delle ultime due settimane.
E questa è arrivata proprio ieri,almeno ad ovest...così ho pensato di rifare un giro al Meta,montagna molto estetica dalla quale si abbraccia un panorama davvero notevole.
Ma sono sincero,la scelta è caduta su questa montagna anche perchè ero proprio curioso di vedere come erano combinate le sue pareti...saggiàrne le condizioni ed eventualmente programmare qualche salita.
Beh,la scelta è stata ottima.
Neve fin dal parcheggio a pianoro Campitelli (anche se poca) e partenza con gli sci ai piedi,mi ha accompagnato la mia amica Angela con le ciaspole fino alla sella che affaccia sulla val Fiorita sotto l'anticima N del Meta.
La salita nel bosco è stata piacevole,dopo poco la neve era abbastanza da dovèr battere la traccia e usciti dal bosco lo spettacolo come sempre era lì...



Con mia grande soprpesa ed eccitaziòne le pareti sono già tutte bianche!



Meteo perfetta,sole,zero vento e aria fresca.
Attravèrso l'enorme pianoro fino ad arrivare sotto l'anticima,dove mi fermo ad aspettare Angela.
Mangiamo qualcosa,beviamo thè caldo e prendiamo il sole.



Tolgo le pelli,sistemo sci e bastoni sullo zaino,metto i ramponi e agguànto le picche.
Angela non può seguirmi con le ciaspole,la pendenza aumenta e sarebbe pericoloso.
Mi dirigo con grande fatica sotto la NE,alla base della "Diretta",sprofondàndo fino alle ginocchia.
Arrivato ansàndo dò la prima piccozzàta:sembra tenere.
Cambio i guanti e mi accìngo a partire,ma dopo i primi colpi e aver alzato i piedi vedo che il ghiaccio si stacca sotto le mie piccozze,lasciando la roccia pulita,mi cago addosso e scendo.
In due con una corda e qualche chiodo sarebbe stato un piacere salire...
Aggìro la NE e prendo un canalìno sulla destra,dove comunque mi tolgo le mie soddisfazioni cercando vari saltini e tirando un pò le pìcche.



Esco in alto ed è uno spettacolo,la solita piccola Patagonia Abruzzese mi attende:è tutto incrostato.



Un unica cosa mi lascia abbastanza perplesso:hanno messo un'altra croce!!!
A distanza di un metro dalla prima,quella che c'è sempre stata.
Ora,io non sono contro le croci in generale;ma che cazzo,non so chi è stato,ma dovrebbe anche rendersi conto che non possiamo riempìre le montagne di ferraglia! E poi che senso ha? C'è n'è già una a un metro di distanza,è sempre stata lì,perchè un'altra?
Chi è che ha bisogno di ribadire il concètto del sacro (o del Cristianesimo) su questa bella cima?
Mi viene voglia di sradicàrla e portarla giù,ma mi limito a fotografare e guardàrmi intorno.



Già mentre salivo nel canalìno le nuvole dalla valle si stavano alzando e a tratti tutta la piana sotto di me ne era invàsa,era affascinante e allo stesso tempo inquietante,so benissimo cosa vuol dire sciare nel bianco totale della nebbia con un metro di visibilità,cosi mi costrìngo a darmi una mossa e inizio a scendere.

Arrivo nel punto della cresta dove inizierò a sciàre e mentre mi preparo una certa sensaziòne di inquietudine e inadeguatèzza mi invadono...non calzo gli sci dallo scorso Marzo,ma è solo un attimo...

Guardo il pendìo,un bel respiro e giù!
La neve è fantastica,riesco a perdere quota anche abbastanza elegantemènte per i miei canoni,faccio delle belle curve e grido come un demènte per il divertimento.
Tutto ok finchè non arrivo alla mia traccia in salita alla base delle pareti,dove la nebbia si è ora infittìta.
Non vedo più un c...o!
Rallento,comincio a derapàre e cerco di seguire la traccia della salita,ma è difficile,la visibilità è davvero nulla,è pensare che un minuto fà ero in pieno sole e mi divertivo un mondo...
Scendo molto lentamènte senza sapere dove,quando a un certo punto una figura sinistra con uno zaino in spalla si materialìzza nella nebbia e mi grida:"ciao grande!"
Rimango basìto.
Stringo gli occhi per focalizzare il losco figuro apparso dal nulla...
E' Giorgio!
Lo saluto con grande piacere,è un pò che non lo vedo,ci fermiamo a parlare e dopo un pò addirittùra ci sediàmo nella neve,fumiàmo e chiacchieriàmo,immersi nel bianco più assoluto,ci siamo solo noi due,ma è come se fossimo comodamente seduti in salotto.
Gli dico che la traccia fino alla diretta è fatta,e mentre scrivo non sò se l'abbia salita o meno,ma so che lui ne ha le capacità.
Restiamo così immersi per una mezz'oretta,poi le nuvole iniziàno a diradàrsi,comincia a vedersi qualcosa e infine la vista si apre del tutto.
Ci salutiamo e ognuno riprènde la sua strada,lui in salita ed io in discesa.
Ricomìncio a godermi la sciàta,entro nel bosco e zigzàgo come un matto finchè i quadricipiti urlano e mi costrìngono a fermàrmi per riposare.
E così fino a giù,dove trovo Angela ad aspettarmi alla macchina.

E' stata una bella giornata,su una montagna che continua a stupirmi per la bellezza delle sue forme e le particolari incrostaziòni Patagoniche che offre.

Peccàto per l'abbondanza e la vacuità delle croci e per l'invadenza,la presunziòne e l'inettitùdine di chi ci ha portato soprattutto la seconda.

Informazioni personali